Nove anni dalla scomparsa del Comissario Roberto Mancini
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Nove anni fa moriva uno dei più grandi investigatori della Polizia di Stato che indagò per primo sul traffico illecito di rifiuti speciali in Campania. Il commissario Roberto Mancini medaglia d’oro al valor civile, disvelò una delle pagine più buie della storia d’Italia. Insieme ai suoi uomini cercò di ricostruire gli intrecci tra imprenditoria criminale, politici corrotti e camorra.

Oggi lo ricorda Alessandro Magno componente del pool investigativo e stretto collaboratore che da anni racconta in tutta Italia la storia di questo grande investigatore.

L’indagine del Commissario Roberto Mancini poteva fare la differenza se l’avessero presa in considerazione: è una storia ormai chiusa?

Sembra ormai una vecchia storia quella del Commissario Mancini e delle sue indagini. Quello che è stato è stato, e la Terra dei Fuochi è soltanto un ricordo del passato (Sic Transit Gloria Mundi).  Oggi i problemi sono ben altri: cambiamenti climatici, guerra e il pericolo nucleare. Messa così non fa una piega.

Se le storie passano, la monnezza no, quella è rimasta li. Le nuove tecnologie, sono in grado di censire siti modificati in modo naturale o da modificazione antropiche dovute ad esempio, escavazioni, tombamenti e interramenti di rifiuti. Si può risalire a tutto quello che è accaduto. Il passaggio successivo è l’accertamento delle responsabilità.

Ecomafie, un esercito senza uniforme con un potere smisurato che attenta la nostra vita da decenni. Una guerra silente che non teme rivali e spazza via ogni ostacolo che intralcia il suo cammino.

Negli ultimi trent’anni siamo stati compartecipi a diverse guerre senza che ce ne rendessimo conto. Tutto questo è stato possibile grazie all’artefatta comunicazione: mentre donne, uomini e bambini    morivano sotto i bombardamenti, noi dormivamo tranquilli nelle nostre case.

La cieca ubbidienza a chi della guerra ne ha fatto una religione, non solo ci ha fatto conquistare molte antipatie nel mondo, ma ci posiziona in una situazione di autolesionismo. Guitti travisati con maschere di carta velina che parlano di nazisti buoni, armi difensive e/o inutilizzate da cedere a paesi in guerra. Un buonismo a intermittenza, dove l’importante è apparire coerenti al patto di non belligeranza.

Io sto con i popoli: chi dichiara guerra non va mai in guerra e a morire sono sempre gli stessi. Un copione già visto. L’Italia è la seconda in classifica in Europa come esportazioni di armi, prima di noi c’è la Germania.

Qualche giorno fa abbiamo firmato una sorta di assegno in bianco per un altro anno sull’invio di armi all’Ucraina. Questo è il sesto invio di armi nell’arco di 12 mesi.

Dallo schermo luminescente (tv) gli “esperti” facevano pronostici alternati a rassicurazione:

“Putin non invaderà mai”; poi ha invaso. “La guerra non durerà che qualche giorno o al massimo poche settimane”; è trascorso un anno e c’è ancora la guerra, anzi siamo in guerra! Qualcuno non l’ha ancora capito.

A distanza di un anno dal conflitto, non si è voluto mediare De Facto se non con richieste inaccettabili da parte della Russia. Una vera è propria “guerra sporca” quello Russia-Ucraina. Di questo passo la situazione non potrà che peggiorare.

L’Inghilterra si è resa disponibile sull’invio di armi con Uranio impoverito in Ucraina; quale migliore occasione per smaltire depositi colmi di proiettili prossimi alla scadenza. I danni causati dall’Uranio impoverito nell’ecosistema sono evidenti e non si possono nascondere.

Se ci sarà l’utilizzo di questi proiettili, i prodotti che esporta l’Ucraina il tutto il mondo ad esempio il grano, in caso di contaminazione cosa succederà? Si adotterà il famoso” giro di bolla” come quello utilizzato in tutta Italia dalle Ecomafie per far sparire la tracciabilità non della monnezza stavolta ma della provenienza della farina?  Oppure queste ultime saranno miscelate con altre farine, magari quella degli insetti per diluire la concentrazione tossica come hanno fatto con rifiuti speciali e le ecoballe?  Noi ci auguriamo che tutto questo non accada.

La confusione e il disorientamento che passa dai mezzi di comunicazione, frammenta la società, che perde la sua forza. Qui Prodest?  Non di certo a noi!

Le guerre interne made in Italy: anni di piombo, terrorismo, brigate rosse e mafie, sono state combattute senza esclusione di colpi seppur con qualche alone di mistero e zone d’ombra. E la guerra alle Ecomafie? Noi l’avevamo iniziata!

Mi sembra di capire che in Lei c’è amarezza e delusione

Esseri delusi significa avere delle aspettative o sperare che qualcuno avrebbe dato una svolta a tutto questo. Non mi sono mai illuso, la modesta esperienza acquisita in questa vita, mi ha permesso di capire meglio cosa succede dietro il sipario della vita.

L’accesso alle informazioni acquisite negli anni per motivi di lavoro, delinea il netto vantaggio tra chi fa indagini e un comune cittadino che inghiotte informazioni senza approfondire. Questo è un passaggio fondamentale.

Ogni indagine è un viaggio itinerante: sai dove inizi ma non sai dove ti porterà.

Anche le indagini iniziate insieme al commissario Mancini erano in merito alle infiltrazioni della Camorra nel basso Lazio, poi i personaggi che sono finiti nella nostra rete erano ben altri.

Cosa pensa di queste farine approvate dall’unione Europea?

Dopo l’approvazione delle farine di insetti da parte della comunità europea, gli addetti alla comunicazione, si sono subito attivati. La notizia viene lanciata dai media con timida cautela. Si inizia a parlarne nei social a casa e con amici. C’è chi è curioso, restio o del tutto contrario, l’importante è che se ne parli. Poi con il tempo c’è chi si rassegna, arrende e accetta tutto o quasi. Più o meno lo stesso criterio adottato per tante altre cose.

Nonostante non abbia né conoscenze né competenze, mi attivo e digito nei motori di ricerca la parola farina.  Leggo che per farine si deve intendere tutti quei prodotti ottenuti dalla macinazione dei frutti secchi o dei semi di varie piante: cerali, frutta, legumi, mais, orzo, farro, riso, avena, segale, castagne, ceci, mandorle, grano.

Perché chiamarle farine di insetto se non sono contemplate in nessuna di tutte queste categorie?

Questi animaletti saranno menzionati nell’etichetta degli ingredienti con il nome zoologico in latino: Tenebrio molitor, Locusta migratoria, Acheta domesticus, Alphitobius diaperinus o sigle come E 120 Pulvinaria Hydrangeae. Se scrivessero nell’etichetta degli ingredienti contiene: farina di grillo, farina della tarma, farina di cavalletta, verme della farina, farina di cocciniglia, insetto dannoso da non confondersi con la coccinella. In questo modo l’impatto psicologico nel consumatore più attento è diverso.

A dimostrazione che è il tipo di comunicazione che fa la differenza, lo dimostra un video che vidi qualche tempo fa. Questa conduttrice (di dubbia onestà intellettuale) con toni perentori invitava a non mostrare insetti, vermi e grilli perché facevano schifo soltanto a vederli: riferiva che si doveva mostrare direttamente la farina di insetti. (polvere di insetti). Aggiungeva che oltre alle nuove farine, ricche di proteine, si doveva iniziare a mangiare un altro cibo “salva pianeta”: la carne sintetica. (semmai esiste la carne coltivata in laboratorio da cellule staminali) Dopo l’ennesimo applauso pilotato degli astanti, non ho potuto fare a meno di digitare il pulsante rosso del telecomando.

Saranno soltanto queste le farine di insetti o se ne aggiungeranno delle altre?

Quando devono farti accettare una cosa in cui dubiti, sei contrario o ti opponi per qualsiasi motivo, entra in gioco la strategia.

La strategia è la pianificazione per conseguire un determinato obiettivo.  La tattica l’insieme di mosse che ti permetteranno di arrivare al bersaglio.

Inizialmente viene data la notizia suscitando una forte reazione emotiva disinnescando il lume della ragione scaricando tutta la responsabilità nei singoli: il passaggio successivo è quello di farti sentire importante e che grazie al tuo singolo gesto messo insieme agli altri salveremo molte vite e il pianeta.  L’unica strada è questa e che in caso contrario la colpa sarà soltanto nostra.

Quelli che non cadranno in questo tipo di comunicazione, saranno etichettati non solo come irresponsabili ma coloro i quali vanificano del tutto o in parte le scelte fatte dai primi.

Questo provoca una netta separazione tra i due gruppi, dove chi ha pianificato tutto questo, forte del consenso della maggioranza, si adopererà con sistemi molto discutibili pur di far desistere gli irriducibili che non hanno voluto uniformarsi agli altri. Mi sembra chiaro che dietro questo tipo di comunicazione più che proporre si voglia imporre.

Tra i cibi “salva pianeta” non poteva mancare il latte artificiale con i suoi derivati.

Non c’è tregua neanche per i terreni utilizzati per l’agricoltura: molti di questi saranno destinati ad ospitare i pannelli fotovoltaici.  Poi toccherà all’acqua: in questo modo i cibi che la madre terra ci ha donato scarseggeranno.

Quando nelle etichette dei prodotti che compreremo non ci sarà più l’obbligo di specificare gli ingredienti al di sotto di una certa percentuale, saremo in grado di poter scegliere e essere certi di quello che mangiamo?

Abbiamo perso molto tempo inseguendo le direzioni del vento. Dobbiamo fermarci e cercare un percorso alternativo rispetto a quello che qualcuno dice sia l’unico percorribile. Un’altra strada da percorrere c’è.  Sarà lunga e ci vorrà tempo ma ne vale la pena se vogliamo lasciare qualcosa a chi rimarrà dopo di noi.

Sono cibi che sono stati già testati e quindi sicuri.

Non lo metto in dubbio, ci mancherebbe, chi sono io per dirlo.  Penso però anche il famigerato “Eternit” cemento amianto, era un prodotto sicuro e di qualità. Così dicevano e scrivevano, poi sappiamo tutti come è andata a finire.

Per non parlare del fumo di sigarette negli anni 70 dicevano facesse bene e quali fossero questi benefici, lo abbiamo scoperto negli anni; i dati certi è che a beneficiarne furono le industrie del tabacco e i rivenditori.

Oggi sappiamo che il tabagismo provoca moltissime malattie e uccide milioni di persone ogni anno in tutto il mondo.  Da qualche anno viene scritto in tutti i prodotti che contengono nicotina. Lo si fa per essere esonerati da ogni responsabilità dei produttori.

La scelta di raccontare e tenere in vita la memoria del Commissario Mancini in particolar modo delle vostre scoperte durante le indagini non teme per la sua incolumità?

Le Ecomafie non sono soltanto le attività illegali poste in essere che arrecano danno all’ambiente, ma vanno bel oltre.

C’è un sottile filo che lega le morti di Marco Mandolini, Vincenzo Li Causi, Mario Ferraro, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Natale De grazia, Don Cesare Boschin, Vincenzo De Mare? Forse e chissà quante altre che non sapremo mai.

Queste morti si consumano tutte tra il 1993 e il 1995: sono gli anni in cui il Commissario Roberto Mancini inizierà la più grande indagine sulle Ecomafie. E sempre nel 1995 c’è un’altra indagine che parte dalla Sicilia per arrivare in Svizzera dove si capisce meglio lo spessore elitario di questa holding.

Quando parliamo di Ecomafie e Ecomafiosi non dobbiamo pensare che si tratti di un fenomeno a se stante, ma parliamo di realtà associative sovranazionali che si intersecano tra di loro. Lo si evince dalle carte in possesso del Commissario Mancini e non da congetture fantasiose. E’ questa la guerra che non abbiamo mai combattuto.

In merito al timore per la nostra vita, tutta la squadra temeva che qualcosa ci potesse accadere, poi di fatto non accadde nulla o quasi. Eravamo una squadra, non potevano eliminarci tutti, non avrebbero mai fatto questo errore. Oggi le mie paure sono ben altre…

Si parla tantissimo di Green Ecosostenibilità, impatto ambientale, co2;  finalmente è  giunta una presa di coscienza, è così ?

Tutto molto bello; ovunque sentiamo ripetere queste parole come un mantra. E’ bene ricordare che c’è ancora una terra dei fuochi che brucia e che non è legata soltanto alla regione Campania.

E’ già da diversi anni che capannoni industriali e centri di stoccaggio con quantità smisurate di rifiuti speciali stoccati prendono fuoco. Un fenomeno scomodo in cui si evita di parlare.

I “contaminanti ambientali” persistenti che si formano dopo gli incendi con l’azione dei venti percorrono chilometri. Le diossine che si formano nell’aria ricadono anche nei terreni agricoli ed entrano nel ciclo alimentare.

Che fine hanno fatto i siti inquinati sparsi in questo paese da smaltimenti illegali delle ecomafie? Il monitoraggio di quelli potenzialmente inquinati? E le aziende che hanno inquinato e poi chiuso abbandonando tutto così com’era?

Una delle condizioni generali della messa in sicurezza di un sito inquinato è quella di bloccare la diffusione degli inquinanti in falda valutando il rischio cancerogeno; ad esempio il percolato.

Sono anni che la madre terra viene stuprata, saccheggiata e inquinata. Perché abbiamo permesso tutto questo ma soprattutto dov’erano i “salvatori del pianeta terra” ? Green, eco sostenibilità, efficientamenti e bassi impatti di co2: parliamo prima di bonifiche o forse non fa parte del politically correct?

E’ allarmante sapere che incaricati nella salvaguardia dell’ambiente si occuperanno per la “sostenibilità non perché siano ecologisti ma capitalisti”.

Queste parole seppur estrapolate da un lungo discorso, il significato non cambia, è lo stesso.

L’ appartenenza o frequentazione di certi ambienti certifica in modo incontrovertibile come sia stato possibile il successo improvviso di personaggi che fino a ieri erano sconosciuti.

Icone dell’ambientalismo che pur non avendo né esperienze né competenze sulle tematiche ambientali, appaiono al momento giusto, pronti a indicare le varie soluzioni, purché funzionali agli interessi dei “salvatori del pianeta”.

E’ un peccato che ricercatori, studiosi, e scienziati di tutto il mondo che hanno dedicato una vita   con competenze specifiche non abbiamo avuto la stessa visibilità. Sarebbe stato interessante ascoltare anche il loro punto di vista. Sono diversi i ricercatori nel mondo che hanno una visione diversa e meno catastrofista rispetto a quella divulgata.

L’accelerazione improvvisa verso l’estrema eco sostenibilità se non sarà rimodulata, avrà delle conseguenze disastrose. Siamo sicuri che questa sia l’unica direzione?

Cosa vorrebbe dire ai giovani che dovranno pagare un prezzo altissimo delle malefatte di chi li ha preceduti?

Ai ragazzi di oggi, derisi e denigrati, accusati non si sa di che cosa, saranno quelli che pagheranno l’irresponsabilità di chi doveva e non ha fatto. I motivi che ci hanno portato a questo degrado morale e ambientale sono iniziati tanti anni fa.

Mentre eravamo distratti da falsi problemi, il paese più bello del mondo veniva espropriato dell’utilizzo della sua ricchezza e potenzialità, impedendogli di esprimersi in tutta la sua bellezza.

Chi ha tentato di cambiare il destino e le sorti di questo paese, ha pagato con la propria vita, come Aldo Moro, Falcone e Borsellino: il Giudice Imposimato chiarisce molti aspetti oscuri di queste vicende. Volevo incontrarlo ma non feci in tempo perché morì.

Ho sempre considerato la scuola un luogo sacro. Questo tempio nonostante sotto attacco da anni, è rimasto in piedi, grazie al sacrificio di tanti insegnanti e Dirigenti nonostante sottopagati.

Sono molte le persone che hanno sciacallato con la parola “scuola” per vantaggi personali.

La trasmissione della sapienza non può essere considerata un impiego statale. Insegnare non è una professione ma una vocazione.

In ogni intervista conclude sempre con una battuta, un invito alla riflessione

Ci sono delle realtà che sono sotto gli occhi di tutti ma che noi non vediamo.

Un terreno prima della semina, necessita della preparazione: rimozione delle pietre, erbacce ecc., poi c’è la semina ed infine la raccolta, ma come si dice, “ciò che semini, raccogli”.

Sono anni che siamo sottoposti a bombardamenti deleteri tra video, audio e carta stampata: oggi raccogliamo i frutti di quei semi, portandoci ad essere spettatori anche di fronte allo schermo della vita.

La televisione sin dall’adolescenza si è conquistata la nostra piena fiducia, donandoci sostegno, compagnia e conforto, in grado condizionare i nostri pensieri senza che ce ne rendessimo conto.

Se riuscissimo a capire questo passaggio, diventeremo finalmente liberi.

Questo percorso tortuoso intrapreso qualche anno fa, vuole essere soltanto una testimonianza affinché un giorno siano riconosciute le tante vittime di ecomafia.

“La verità è sotto la menzogna”

 

 

 

 

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