Marco Pantani: il pirata non muore mai

Sono passati 17 anni quando Marco Pantani venne trovato morto all’interno di una stanza del residence “Le Rose” a Rimini. Il decesso fu causato da intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi, con conseguente edema polmonare e cerebrale. Cause accertate e stabilite dall’autopsia e da una successiva perizia medico-legale.
Per la sua famiglia e per molti dei suoi tifosi la sua morte è ancora oggi ritenuta un giallo irrisolto, anche se dopo due inchieste la Cassazione che Marco Pantani non è stato ucciso.
Con il tempo, pur diventando leggenda, il mito non è riuscito a spazzare via le ombre, né a dissipare i dubbi.
Vederlo pedalare era uno spettacolo. Celebre la frase pronunciata da Adriano De Zan nel corso della telecronaca del Tour del 1998: “Ecco che il nostro eroe si toglie la bandana, scatta Pantani, il Pirata“. Appena si toglieva la bandana era il preludio dell’attacco. Quando la strada cominciava a salire Marco partita e staccava tutti.
Impossibile dimenticare le sue gesta, vere e proprie imprese sportive che hanno scritto pagine epiche del ciclismo.
Il Pirata vinse nello stesso anno, il 1998, Giro e Tour. Accoppiate che solo altre legende come del ciclismo come Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche, Miguel Indurain oltre a Marco Pantani sono riuscite a compiere.
La carriera di Pantani è stata purtroppo costellata di gravi incidenti, ai quali il Pirata ha sempre saputo rialzarsi e tornare più forte di prima. Tranne nel 2003 che poi sfociò nella tragedia di San Valentino.
Marco è immortale. Le sue gesta, il togliersi la bandana per andare a vincere sono gesti che rimarranno sempre fissati nella nostra memoria e nei nostri cuori.