Michelangelo Sulfaro e il derby della Capitale visto da biancoceleste

Michelangelo Sulfaro è nato Messina il 26 novembre 1946, ex giocatore di calcio nel ruolo di portiere. Cresciuto nelle giovanili del Messina, Sulfaro nel 1965 passò al Crotone e nel 1969 venne acquistato della Sambenedettese dove venne eletto miglior giocatore della Serie C subendo 23 gol in 33 partite. Seguito dall’occhio esperto di un grande ex portiere con Bob Lovati, all’epoca DS della Lazio, arrivò nel 1969 nella squadra biancoceleste ed esordì esordì in Serie A. Con la Lazio rimase per due stagioni, alternandosi tra i pali con il compagno di reparto Rosario Di Vincenzo. Nel luglio del 1971 passò alla Fiorentina ma rimase sempre in panchina. L’anno successivo passò alla Roma dove fece da riserva ad Alberto Ginulfi. In questo periodo fece comunque parte della rappresentativa azzurra che sfiorò la vittoria ai mondiali militari tenutisi a Baghdad nel 1972, sfida persa battuta in finale con i padroni di casa.
Nel 1973 venne acquistato dal Lanerossi Vicenza, come secondo di Adriano Bardin rilevandolo poi a otto giornate dalla fine del campionato, dando un fattivo apporto alla salvezza della squadra veneta con alcune prestazioni particolarmente positive; tra queste, la vittoria a San Siro (2-1) contro il Milan in cui parò un calcio di rigore a Gianni Rivera.
Dopo un lustro di militanza nelle file biancorosse, concluse la carriera in Serie C2 nel Savona, per poi lasciare definitivamente il calcio.
Michelangelo Sulfaro, lei ha giocato in diverse squadre, tra cui Lazio e Roma. Con la squadra biancoceleste ha esordito in serie A. Ricorda quali differenze ha trovato tra le due squadre?
Arrivai alla Lazio nel ‘69 insieme a Giorgio Chinaglia, Pino Wilson, Giuseppe Papadopulo e Franco Nanni poi a novembre arrivò anche Vincenzo D’amico. Venivamo tutti dalla serie C. Io arrivavo dalla Sambenedettese, voluto da Bob Lovati, che precedentemente mi aveva seguito.
Nel 1969 ha esordito con la Lazio, dove ha giocato per due anni. Al tempo l’allenatore era il compianto Bob Lovati ed il direttore tecnico Juan Carlos Lorenzo. Nell’anno successivo inizialmente le parti si invertirono con Lorenzo in panchina e DT Lovati. Ad un certo punto, con l’esonero dell’argentino, Lovati tornò in panchina. Quali erano le differenze che ricorda tra i due sia a livello tecnico che umano?
Ho esordito alla prima di campionato col Torino insieme a Pino e Giorgio. Alla seconda di campionato a Bologna dopo 15 minuti in uno scontro durante una uscita mi infortunai, riportando la frattura della mandibola (come accertato dopo la partita). Comunque, nonostante il dolore, ho finito comunque la partita. Lorenzo e Lovati erano due persone differenti dal punto di vista caratteriale, umano e psicologico, li considero entrambi due bravi allenatori.
Con chi dei due allenatori si trovò meglio?
Io mi sono trovato bene con entrambi certo Bob per i portieri era ideale. Con Lorenzo mi sono trovato molto bene il primo anno purtroppo il secondo anno ho giocato poco solo le prime 4 o 5 partite colpa mia perché la spalla mi dava dei grossi problemi. Purtroppo in quella stagione siamo retrocessi. Bob comunque era speciale un amicone.
Lei ha giocato il derby della Capitale con entrambe le squadre. Come veniva preparato il derby dalle due squadre e come si vivevano i giorni che precedevano la sfida?
Sono stato in serie A anche con la Roma fecero lo scambio con Petrelli. Sono stato a Firenze la Lazio mi scambiò con Bandoni poi dalla Roma andai a Vicenza dove posso dire di essere stato benissimo. Infatti le squadre che porto nel mio cuore sono Lazio e Vicenza. I derby nella Capitale sono delle partite speciali. Sono partite molto sentite tutto l’anno ma in particolare nei giorni della settimana che precedono la partita. Alcuni di noi facevano riti scaramantici. Giorgio teneva particolarmente al derby e la settimana che lo precedeva non parlava di altro ed in tutti i modi cercava di caricarci per lui era una vera e propria battaglia. Sono partite particolari molto sentite che non hanno eguali. Per lui era una battaglia e soffriva molto la notte prima della partita, la passava quasi in bianco.
Quale dei derby giocati con la maglia biancoceleste ricorda maggiormente?
Di derby ne ho giocati due ma il primo fu indimenticabile perché mi fece giocare con la spalla lussata. Fini 1a 1gol di capello su rigore.
Come vede in questa stagione la Lazio? Secondo lei può rientrare in zona Champions?
La Lazio di questo campionato certamente non è la stessa di un anno fa purtroppo il covid ha rovinato tutto.
Si sente di fare un pronostico per Lazio Roma?
Pronostici per il derby è difficile farli diciamo che stanno meglio loro in questo momento ma di solito chi è favorito non vince. Speriamo per noi in una bella vittoria.