La pandemia ha “raffreddato” il settore della gelateria

Cassino, come le altre città d’Italia, non è stata immune alle problematiche che hanno interessato il settore del commercio durante questa pandemia. Il settore gelateria è stato uno di quelli che più ha subito questa crisi. Nel primo stop avvenuto nel periodo in cui la temperatura diventava sempre più mite, gli operatori del settore sono stati costretti a chiudere, anzi le attività stagionali, non hanno mai aperto. Essendo prossima l’apertura delle attività, i prodotti erano già acquistati e stoccati nei magazzini. Il protrarsi del lockdown e la data la scadenza limitata di diversi prodotti giacenti, hanno fatto sì che purtroppo molti di essi sono scaduti o andati a male. Alcuni operatori sono riusciti a ripartire dopo il primo lockdown, ma le difficoltà sono state molte, viste le varie limitazioni imposte successivamente.
Abbiamo chiesto ad Alessio Marrocco, della Gelateria “Green Garden”, sita in piazza Nicholas Green a Cassino, come ha vissuto con la sua attività questo periodo e che problemi ha incontrato e si è trovato ad affrontare.
Alessio, gestisci la gelateria artigianale “Green Garden”, come è stato l’anno 2020 per il settore del gelato e in particolare per la tua attività?
La gelateria “Green Garden” è a conduzione prettamente familiare. Nasce nel 1992 con mio padre Elio. Successivamente la gestione dei miei genitori è stata affiancata da me e dai miei fratelli. Nei primi anni la gelateria era a via Tichy e dal 1997 è presso l’attuale sede di piazza Green. Questo è il ventinovesimo anno di attività, che ricorderemo a lungo per la particolarità e le difficoltà che la pandemia ha creato a tutto il settore del commercio ed in particolare a quello della gelateria. I mesi di chiusura forzata, soprattutto quelli primaverili, sono stati una grave perdita per le aziende come la nostra, visto che una buona parte del fatturato si fa proprio in questo periodo.
Il settore al quale tu appartieni ha subito notevoli danni in particolare durante i periodi del lockdown. Come sei riuscito a gestire questa situazione?
Il settore della gelateria lavora 12 mesi l’anno. Io ho affiancato alla mia attività principale anche una area caffetteria. La pandemia ed i vari periodi di loockdown, ci hanno creato gravi danni ma molti di noi si sono adattati al momento storico, utilizzando il Delivery. Noi ad esempio, non abbiamo iniziato subito, ma solo ad aprile. Inizialmente la chiusura ci ha spiazzati, poi ci è voluto qualche giorno per organizzarci nel migliore dei modi, soprattutto per la gestione della catena del freddo durante il trasporto e siamo partiti con le consegne. La risposta dei nostri clienti è stata molto positiva. In tanti hanno apprezzato il servizio. Una parte fondamentale in questa fase è stato l’utilizzo dei social network. Facebook e Instagram noi li usiamo ormai da una decina di anni e mai come in questo caso si sono rivelati utili per rimanere in contatto con la nostra clientela.
Il Delivery nel settore del gelato era poco sviluppato fino a prima dell’inizio della pandemia. Non tutti hanno cercato di percorrere questa strada, hanno preferito rimanere chiusi ed ingigantire le perdite. Come è stata la tua esperienza e cosa ti senti di consigliare ai tuoi colleghi?
La nostra esperienza con il Delivery è stata molto positiva, giusto per dare qualche numero, nei 2 giorni prima di Pasqua, abbiamo fatto più di 200 consegne. Considerando che il servizio era attivo da non più di 15 giorni, è stato un ottimo risultato che ci ha portato a proseguirlo anche dopo. La soddisfazione più bella è stato vedere i nostri clienti ringraziarci, portare un poco di dolcezza in quel periodo difficile è stato molto confortante, soprattutto per i più piccoli che amano il gelato. Non mi sento di dare consigli, ognuno ha il suo modo di lavorare ed è quello che lo distingue. Penso sia fondamentale, nel nostro settore, ascoltare il cliente e le sue richieste.
Come è andato il periodo delle festività di fine anno 2020 con le forti limitazioni (zone rosse) rispetto agli anni scorsi?
Beh è stato comunque difficile, il calo c’è stato. L’affluenza è stata limitata per via dell’istituzione delle zone rosse. È mancata la corsa ai regali, gli incontri tra amici. C’è stata tanta confusione, un continuo cambiamento di regole che hanno generato solo caos, soprattutto per i clienti. Ma nonostante tutti questi inconvenienti, non ci possiamo lamentare. Per Natale prepariamo i panettoni (ovviamente artigianali e preparati da un pasticciere) che vengono riempiti con il nostro gelato e quest’anno sono andati letteralmente a ruba. È l’unione tra il prodotto per eccellenza invernale, il panettone con quello estivo, il gelato, le due cose si coniugano molto bene insieme.
Come fa una persona a riconoscere se il gelato di una gelateria è artigianale o no?
Il discorso è lungo, vario ed è motivo di discussione anche tra noi gelatieri. Per me il metodo più semplice per riconoscere un gelato artigianale è la presentazione. Se vedete l’effetto montagna, cioè l’altezza del gelato superare di molti centimetri il livello della vaschetta, allora non siete davanti a un gelato artigianale.
Per ultimo, quale è il gusto più richiesto a Cassino e quale è quello a cui ti senti maggiormente legato?
Il gusto più richiesto presso la nostra gelateria è sicuramente la GRENITELLA, un gusto ormai storico. È un gelato ai gusti di fior di latte e vaniglia, variegato con la crema di nocciola e cacao. Mentre non c’è un gusto a cui sono particolarmente legato, ne abbiamo fatti tanti durante questi anni e forse quello a cui mi legherò ancora lo devo inventare. Però posso dire che l’abbinamento che prediligo personalmente è nocciola e stracciatella. Si, è un classico, ma come fai a resistere?